...allestì la sua prima mostra personale
nell'estate 1920...aveva trent'anni e solo da
poco era stato congedato dal servizio militare
nell'estate 1920...aveva trent'anni e solo da
poco era stato congedato dal servizio militare
UGO BOCCATO
UN ARTISTA DA RISCOPRIREIl Polesine si é affacciato tardi sul palcoscenico delle arti figurative: i casi antichi dei Canozio, dei Filippi, del Bortoloni, e di pochi altri, sono stati rondini che non hanno mai fatto alcuna primavera.
Essi valgono a dimostrare che anche da noi sono emersi artisti di tutto rispetto, ma la loro affermazione avvenne altrove: poiché i polesani non erano nelle condizioni di poter destinare molte risorse all'arte, ritardando così la costituzione di un clima culturale favorevole.
Sarebbe lungo, e qui fuori luogo, indagare le cause e le modalità dell'evoluzione economica e culturale che ha prodotto e caratterizzato tale fenomeno; certo è, comunque, che Ugo Boccato ha svolto un ruolo di "apri-pista" di cui gli si deve essere grati.
Quanta passione, quanta tenacia, quanto orgoglio gli siano stati necessari per andare avanti, è difficile dire: volersi affermare come pittore in una provincia ancora isolata e priva di qualunque struttura propria di sostegno (non c'era un "mercato", non c'erano sale per esposizioni nè un 'organizzazione apprezzabile) deve aver richiesto un coraggio che solo una forte vocazione all'arte poteva sostenere.
Boccato allestì la sua prima mostra personale nell'estate 1920, in una scuola elementare di Adria, libera per le vacanze (allora le lezioni cominciavano il 10 ottobre):
aveva trent'anni, e solo da poco era stato congedato dal servizio militare compiuto durante la prima guerra mondiale, e aveva una famiglia da mantenere (nel 1920 i figli erano già due: arriveranno a undici).
Da Adria Boccato seppe mantenere i contatti con alcuni ambienti culturalmente vivaci (soprattutto Venezia, si capisce, data la vicinanza, ma anche Milano, dove aveva vissuto gli ultimi tempi della guerra e poi fino al congedo), mostrandosi attento ad alcune novità che potevano essergli congegnali: la sua pittura all'inizio risente del virtuosismo piuttosto sterile del realismo ottocentesco italiano, ma poi matura sotto l'influsso di Cagnaccio di San Pietro (artista giustamente rivalutato negli ultimi anni), e si evolve prestando attenzione alle stimolazioni del "Novecento" fino a trovare veramente se stessa nella scoperta dell'Impressionismo, probabilmente conosciuto in modo diretto in occasione della retrospettiva di Monet allestita dalla Biennale di Venezia nel 1932.
Nuovo slancio, del resto, si riscontra nella pittura di Boccato dopo il 1948, quando la Biennale ospitò un 'importante mostra degli impressionisti francesi, a riprova, se ce ne fosse bisogno, di una sensibilità orientata decisamente verso un rapporto immediato con il mondo circostante.
Questi cenni bastano a far capire che la vicenda artistica di Boccato è notevolmente articolata, e quindi che la pittura dell'adriese ha uno spessore espressivo probabilmente assai superiore a quello che comunemente si ritiene.
Certo, in circa settant'anni di attività (Boccato è morto a 91 anni suonati, nel 1982) si sono verificati alti e bassi, momenti di crisi e altri di ripresa: è del tutto naturale. Ma una visione complessiva dell'opera di Boccato, sia pure solo per saggi, permetterà di far emergere una storia ricca di intuizioni e di indicazioni degne di essere registrate.
Cogliendo l'occasione del decennale della sua morte, Adria allestisce una retrospettiva di Boccato che consentirà di avviare una più adeguata conoscenza del pittore.
Leobaldo Traniello
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