33. UGO BOCCATO – dal “Gazzettino” del 7 Giugno 1994

Rotary 1994
Martedì, 7 giugno 1994
 
Conviviale del Rotary club al ristorante Minuetto
L'arte di Ugo Boccato
“Lezione” di Traniello




AI Rotary Club nelle recente conviviale al "Minuetto" il prof. Leobaldo Traniello ha ricordato la figura e le opere del pittore adriese Ugo Boccato.
Ospiti della serata il sindaco Sandro Gino Spinello, il pretore Giuseppe Silvestre e il figlio dell’artista, Franz.
"Quando Si parla di Ugo Boccato - ha esordito il prof.Traniello dopo l'introduzione del presidente del Rotary, avv. Nicola Zambon - si pensa a lui come al pittore del Delta: ma questo è un luogo comune, sebbene non infondato, che risulta riduttivo perchè Boccato è stato ben di più che il pittore del Delta.
Come altri artisti polesani, anche Boccato attende una valutazione basata non solo su slanci emotivi, che pur hanno un loro valore, ma su considerazioni storico-critiche.
Bisogna dunque, tenere presenti le condizioni in cui il pittore si è formato e ha lavorato”.
Traniello ha ricordato le difficili condizioni economiche di Boccato, da considerarsi "un autodidatta che per rispondere alla vocazione all'arte potè contare solo sulle proprie forze, dedicandosi alla pittura con reale continuità dopo i 30 anni (al ritorno dalla guerra di Libia) sebbene dovesse dividere il tempo con il mestiere di decoratore che gli serviva per mantenere la numerosa famiglia.
"La vena più autentica di Boccato - secondo Traniello - emerse all'inizio degli anni '30, quando si orientò verso la pittura impressionistica, incamminandosi per la strada che percorrerà per tutto il resto della sua lunga vita e trovando nuova linfa nelle suggestioni della grande mostra degli impressionisti francesi allestita dalla Biennale nel 1948 alla quale fu accolto anche Boccato.
Che I modi espressivi derivati dall'impressionismo non fossero per Boccato un scelta di comodo, la ricerca di una formula con cui costituirsi un pubblico, ha proseguito Traniello è mostrato, dagli sviluppi della sua pittura, che si definì meglio come approfondimento del tema "luce".
Ciò è ben messo in evidenza anche nei disegni, che negli anni iniziali rivelano la preoccupazione di chiudere le forme in un contorno preciso; ma presto tale interesse per la definizione comincia a venir meno, e l’attenzione si sposta sugli effetti di luce, fino ad arrivare a descrivere gli oggetti in modo generico, indicando piuttosto zone luminose e zone scure.
Così nella pittura: se ancora all’inizio degli anni ‘50 gli oggetti erano considerati come occasioni per rilevare la luce, progressivamente si nota un passaggio ad un modo di concepire la luce come identificata nella materia degli oggetti, per arrivare, alla fine, a far lievitare la materia fino a renderla quasi incorporea, riconoscendo nella luce una capacità di trasfigurazione.
Che tale risultato, ha concluso Traniello, sia stato ottenuto da un pittore vissuto In un ambiente rlmasto, malgrado l'indubbia evoluzione, ancora poco favorevole all'arte è una riprova della forza e della sincerità della vocazione artistica di Ugo Boccato.

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