Opere di Boccato
al Centro "Groto"
al Centro "Groto"
E' stata àperta al centro Grotto la mostra antologica, del pittore adriese, per antonomasia, Ugo Boccato, morto nel 1982 all'età di 91 anni.
La mostra e il ricco catalogo che l'accompagna sono stati curati da Leobaldo Traniello.
Una cinquantina i dipinti esposti nelle capienti sale del centro "Groto", che cercano di sintetizzare la grande prolificità d'artista di Boccato; forse sono qualche migliaio le opere cui è riuscito a mettere mano nella frenesia di una passione che, pur meditata e rimediata, non conosceva soste.
Alla presentazione dell'importante iniziativa, che è un po' la ciliegina nel bilancio culturale del "Settembre" sono intervenuti, oltre al sindaco e al presidente della Pro Loco, Mario Cavriani (la Minelliana),Leobaldo Traniello e Ivo Prandin ha ripercorso alcune tappe nella bibliografia dell'uomo e dell'artista.
Un'esistenza certo non romanzesca quella di Boccato, costretta a districarsi quotidianamente nella morsa delle necessità materiali.
Un "pittore a vita" per una vocazione annunciata ampiamente già dall'adolescenza.
Chiuso nel proprio mondo di provincia, eppure capace di intrattenere rapporti con grandi firme dell'arte, come Milesi, e di esporre, nel '48, alla "restituita" biennale di Venezia.
Ha partecipato, tra l'impressionismo e addirittura l'astrattismo, alle grandi tensioni artistiche del Novecento, nella continua ricerca di uno stile e di un perfezionamento quasi ossessivo.
Il tema che più lo contraddistingue è certamente quello del paesaggio, il paesaggio adriese - polesano che Boccato ha esplorato e riesplorato più volte, carpendo progressivamente dietro la maternità lo spirito (è la tesi di Traniello).
Impossibile ricordare tutte le mostre che l'hanno visto protagonista e i tanti riconoscimenti in carriera.
Quella di Boccato è sicuramente una figura di artista che travalica i confini regionali.
E non c'è dubbio che l'indovinata intuizione di dedicargli una rassegna antologica contribuirà a rilanciare l'immagine.
Osvaldo Pasello
La mostra e il ricco catalogo che l'accompagna sono stati curati da Leobaldo Traniello.
Una cinquantina i dipinti esposti nelle capienti sale del centro "Groto", che cercano di sintetizzare la grande prolificità d'artista di Boccato; forse sono qualche migliaio le opere cui è riuscito a mettere mano nella frenesia di una passione che, pur meditata e rimediata, non conosceva soste.
Alla presentazione dell'importante iniziativa, che è un po' la ciliegina nel bilancio culturale del "Settembre" sono intervenuti, oltre al sindaco e al presidente della Pro Loco, Mario Cavriani (la Minelliana),Leobaldo Traniello e Ivo Prandin ha ripercorso alcune tappe nella bibliografia dell'uomo e dell'artista.
Un'esistenza certo non romanzesca quella di Boccato, costretta a districarsi quotidianamente nella morsa delle necessità materiali.
Un "pittore a vita" per una vocazione annunciata ampiamente già dall'adolescenza.
Chiuso nel proprio mondo di provincia, eppure capace di intrattenere rapporti con grandi firme dell'arte, come Milesi, e di esporre, nel '48, alla "restituita" biennale di Venezia.
Ha partecipato, tra l'impressionismo e addirittura l'astrattismo, alle grandi tensioni artistiche del Novecento, nella continua ricerca di uno stile e di un perfezionamento quasi ossessivo.
Il tema che più lo contraddistingue è certamente quello del paesaggio, il paesaggio adriese - polesano che Boccato ha esplorato e riesplorato più volte, carpendo progressivamente dietro la maternità lo spirito (è la tesi di Traniello).
Impossibile ricordare tutte le mostre che l'hanno visto protagonista e i tanti riconoscimenti in carriera.
Quella di Boccato è sicuramente una figura di artista che travalica i confini regionali.
E non c'è dubbio che l'indovinata intuizione di dedicargli una rassegna antologica contribuirà a rilanciare l'immagine.
Osvaldo Pasello
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