14. UGO BOCCATO - Mostra retrospettiva alla Sala Cordella - Adria

image0-2
UGO BOCCATO
(1890 – 1982)


nature morte


Sala Cordella – Adria
dal 15 al 23 aprile 1989
Franz Boccato coltiva con intelligenza affettuosa la memoria del padre Ugo, e da tempo propone periodicamente mostre delle sue opere per stimolare una valutazione complessiva dell'artista, avendo cura di favorire lo spettatore offrendogli un certo tipo di omogeneità: di tecnica o di soggetto.
Omogeneità soprattutto esteriore, dunque, ma proprio per questo di più immediata presa sul pubblico, che così ha già un orientamento su cui sviluppare le proprie considerazioni.
Condividendo codesto tipo di scelta - particolarmente opportuna per mostre di piccole dimensioni - nel maggio 1987 potei presentare alla Sala Cordella un'esposizione di ritratti di Ugo Boccato; quest'anno è la volta delle nature morte.
Alla natura morta l'artista adriese dedicò una certa attenzione soprattutto nella fase centrale della sua lunga attività: "grosso modo" nel periodo fra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta.
Le opere più antiche hanno per soggetto soprattutto vasi, quelle più recenti vedono prevalere la frutta: e forse non si tratta di un'osservazione insignificante.
Nel primo gruppo di opere prevale un fare pittorico abbastanza compatto, con forme definite in modo nitido, con luci chiare e madreperlacee: la nettezza plastica di un vaso è dunque anche immagine di una volontà di chiarezza di definizione formale che Boccato aveva costruito da tempo, anche stimolato da taluni aspetti del movimento "novecentista".
Ma ad un certo momento quella chiarezza sembra (vien da dire) esplodere: attorno alla metà del secolo finalmente il colore si libera, in Boccato, dalla soggezione al disegno, e assume un ruolo espressivo predominante.
Non per questo il disegno è trascurato: al contrario, esso rimane come impalcatura fondamentale, ma
ne viene come vivificato, se non addirittura trasfigurato: la frutta - per lo più mele o pesche - ha una forma altrettanto nitida di un vaso, ma in più è natura viva, ha polpa, ha sugo, ha colore.
La tavolozza può anche incupirsi, ma la pennellata diventa vibrante, più corposa; la composizione
più sciolta e, paradossalmente, proprio per ciò più solida.
Queste nature morte, assieme ai paesaggi dello stesso periodo, testimoniano uno dei momenti più significativi dell'arte di Boccato, dove il suo temperamento pittorico si manifesta con sicura padronanza di mezzi espressivi, con forza genuina, con intensità di partecipazione. Ce n'è quanto basta, mi pare, per fornire un'idea di cosa Ugo Boccato sapesse essere.

                                                                 Leobaldo Traniello
image0-3 image0-4

Nessun commento: