38. UGO BOCCATO - da "la Piazza" - marzo 1995

la piazza1


Ugo Boccato e
Marino Marin:
due artisti adriesi

Molte le affinità tra il pittore e il poeta.
Ci sono persino identità di vedute.
Sono stati degni interpreti del nostro Polesine.
Non è la prima volta che la pittura di Ugo Boccato si affaccia alla Galleria Cordella.
E' sempre un avvenimento di rilievo.
Quest' anno poi si è voluto onorare la memoria di questo grande artista dedicando la via che porta da Strada Grande a Piazza Cavour.
Buona l'iniziativa per ricordare un adriese che ha lasciato un testamento artistico di tutto rispetto e che come afferma Leobaldo Traniello nella monografia dedicata al pittore " la sua pittura supera chiaramente la dimensione provinciale ".
Peccato che Boccato non sia conosciuto anche altrove.
Scrive sempre Traniello "hanno nuociuto due fatti: l'essere vissuto in una provincia che ha tardato ad attrezzarsi sul piano culturale e su quello organizzativo nei riguardi dell' arte figurativa, e l'aver avuto un temperamento impulsivo che Io ha portato a non elaborare alcuna pianificazione strategica della propria attività.
Ma sembra questo il destino di altri artisti adriesi che meriterebbero un posto nella storia del nostro Paese.
Intendiamo parlare, per esempio, di Marino Marin.
Dopo avere seguito con attenzione le antologiche di Ugo Boccato, ora curate dal figlio Franz, possiamo dire che la vita e l'opera complessiva del nostro pittore ha molte affinità e analogie con il poeta Marino Marin, esistono persino molte identità di vedute per cui possiamo concludere che sono stati e sono i degni cantori ed interpreti della terra polesana su due fronti artistici che s'intersecano e si integrano a vicenda.
Tra Boccato (nato nel 189O) e Marin (1860) ci sono trent'anni di differenza.
Diverse le esperienze giovanili che hanno contribuito a forgiarne l'uomo: il primo conobbe da vicino la guerra e la prigionia (Libia e 1 conflitto mondiale,
Polonia).
Marin, invece, fu solo "attento testimone degli avvenimenti nazionali e mondiali che cambiarono il destino dell' Europa portando notevoli trasformazioni anche nel nostro Paese" ("Per conoscere Marino Mario" di Nicola Berti, inedito).
Conoscono la campagna polesana che sarà fonte di ispirazione per entrambi.
Sara Naccari, relativamente al Marin, scrisse un saggio che può essere esteso al Boccato.
Infatti afferma: "Nato nella campagna, egli impara subito a conoscerla... nei suoi molteplici aspetti... Conosce i tramonti che incendiano il cielo d'autunno, i meriggi che si stemperano in una dolcezza languida di tinte, le tenere fioriture di primavera, l'odore di cui si colora l'estate, il periodo della fruttuazione.
Conosce Io sciacquio delle acque dei fiumi che lentamente tra canneti e paludi, cercano la strada per confondersi nell'immenso mare... Conosce la malinconia dei canali, degli scoli e del padule, immobile, senza direzione, simili al fluire lento delle ore della vita che presso ad essi si vive...".
Per ragioni familiari, non poterono completare gli studi.
Furono autodidatti, ma questo non limitò affatto il loro desiderio di apprendere e di studiare in modo approfondito.
Marino Marin, inizialmente, sognava di diventare pittore ed iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Venezia.
Boccato, invece, riuscì ad affermarsi in quest'arte, ma anch'egli non potè frequentare l'Accademia.
Il poeta adriese lasciò la scuola con "l'animo traboccante di sogni e d'orgoglio" ("Autobiografia"), e "quel caos di lime, di colori, di sentimenti, che avrebbero dovuto avere la loro naturale estrinsecazione artistica nella pittura, trovarono sfogo nella poetica: e divenni" scrive M. Marin, "da pittore, poeta...
Le passioni, come i torrenti, se non riescono a travolgere gli ostacoli, pian piano si scavano un'altra via...., ma che mette sempre in quel grande bacino che pel torrente è il mare e per le passioni è l'Arte".
Abbandonati pennelli e tavolozza, affronta in rima la descrizione dei luoghi, dell' ambiente e dei personaggi della propria terra, perchè subisce di continuo il fascino del suo Polesine.
E' una cura di luce e di verde capace di offrire a chi ha l' animo disposto ad ammirare le cose semplici e belle, sempre nuovi motivi di gioia e di riconoscenza.
L'intima necessità di esprimersi è per Marin la poesia, per il Boccato la pittura.
Marin abita in Via Borghetto al numero 28.
Nella stessa via abita da giovane il Boccato.
La casa del poeta fu acquisita al patrimonio del Comune di Adria per fini socio-culturali ed il passaggio della proprietà avvenne il 13 ottobre 1982.
La Casa della Cultura, intitolata al Marin, venne inaugurata con una mostra antologica di Ugo Boccato.
Assieme anche dopo la morte.
Furono uniti anche nel dolore quando i lutti familiari e le malattie funestarono la loro esistenza.
Per uno strano ed incomprensibile gioco del destino, furono proprio gli occhi dei due artisti ad essere colpiti: Ugo Boccato perse l'occhio destro, mentre Marin diventò completamente cieco.
Il mondo artistico di Ugo Boccato non si limita al solo paesaggio palesano, ma sono le luci ed i colori della nostra terra che ci sembrano più consone alla nostra sensibilità; luci e colori che Boccato sa fondere, interpretare, evidenziare.
Così le sue opere si chiamano gli Alberi in campagna, i Covoni, i vari Paesaggi polesani, le Case sul Canale, i Pagliai, la Casa sulla riva, il Canalbianco, la Casa rossa sul canale, la Chiesa sul Canale, una Strada di Campagna, il Porto di Adria, Io Squero, gli Alberi lungo il Canale. ecc. in un susseguirsi di crescendi e slanci espressivi assieme ad una tecnica assai raffinata.
Bisognerebbe abituarci a guardare i suoi dipinti e contemporaneamente leggere le liriche di Marin.
Troveremo i temi comuni dell'acqua, del sole, della natura polesana. del Canalbianco, delle case rurali.
Anche Marin ha il suo spessore artistico e si è sempre distinto per la semplicità dell'ispirazione che erompe schietta e decisa, per l'interiore chiarezza e per quella sua originale e naturale vena poetica che coinvolge il lettore.
Due adriesi che hanno lasciato un patrimonio artistico-culturale di grande valore ed hanno ,costruito "immagini" che ancora oggi fanno suscitare intense emozioni.
NICOLA BERTI

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